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Autopromotec 2017: alcune considerazioni

a cura di Pier Stefano Gallo Perozzi

Nel settore dei turbocompressori Autopromotec 2017 ha segnato un’apparente svolta di mercato fra l’offerta dei prodotti originali e quella dei non originali, la cui presenza ha letteralmente riempito vari padiglioni e moltissimi stand.

Una situazione in controtendenza con il mercato reale, che nell’ultimo anno ha visto una ripresa del prodotto originale grazie alla riduzione dei prezzi applicata dai costruttori stessi, a dinamiche di mercato che hanno permesso una notevole capillarità dell’offerta e non ultimo alla bassa qualità del prodotto copiato che ha portato molte officine a dover riprendere più volte il lavoro eseguito generando una perdita sia economica che d’immagine.

Dopo poco più di 4 anni di “esperienze difficili” nella gestione di un prodotto sofisticato e non perfettamente copiato, la tendenza degli autoriparatori di livello mostra un ritorno al prodotto originale od al rigenerato realizzato dalle poche aziende accreditate presenti nel mercato italiano. La concorrenza fra gli importatori di sottoprodotti è giunta a svilire la categoria merceologica con “offerte di fine stagione”, “3 x 2” o lotti a prezzo ribassato portando il settore turbo alla stregua di una vera bancarella di prodotti cinesi, piuttosto che una fiera di settore. I faraonici stands nei quali il prodotto è stato offerto a prezzi molto vicini al costo d’importazione, sono la palese dimostrazione di una forte sofferenza delle aziende importatrici le quali, riducendo drasticamente i profitti pur di mantenere la propria competitività, cercano di ottenere spazi grazie al solo supporto generato dall’immagine. Autopromotec 2017, grande vetrina del settore dei ricambi e delle attrezzature, ha evidenziato nel settore turbocompressori un mercato non solido e soprattutto non legato alla forte caratterizzazione tecnica del prodotto, un mercato dove purtroppo emerge la logica del prezzo a prescindere dal contenuto. Se si considera il fatto che il turbocompressore è l’organo più sollecitato del motore in quanto raggiunge regimi di rotazione oltre i 200.000 giri minuto a fronte di temperature dei gas oltre gli 850°, è chiaro che la componente qualità è primaria rispetto al prezzo e che le officine di riparazione realmente formate necessitano di un’informazione precisa e dettagliata relativa al prodotto gestito. Grazie alle fiere di settore è possibile valutare i cambiamenti e le nuove tendenze del mercato ed Autopromotec 2017 ha mostrato ancora una volta di essere la vera vetrina del mercato Italia, consentendo ad ognuno di poter effettuare le proprie considerazioni e di definire le future strategie commerciali.

Il mondo dei turbocompressori ha mostrato negli ultimi 5 anni una dinamicità inaspettata e mai raggiunta, sia per quanto riguarda il settore del primo impianto, gestito per oltre 30 anni da 5 colossi mondiali dove negli ultimi si sono affacciati due nuovi importanti competitors quali Continental e Mahle-Bosch, che per il mercato dei ricambi che ha visto la comparsa di decine di nuovi produttori / assemblatori / importatori di componenti non originali. SAITO, storica azienda italiana legata al primario concetto giapponese della qualità e del servizio, ha mantenuto la propria posizione portando ad Autopromotec oltre ai turbo Mitsubishi anche il nuovo marchio Mahle, per il quale è oggi distributrice in Italia mostrando la solida posizione del mercato originale in un settore dove la tecnica è certo di primaria importanza rispetto al prezzo.

 
Articolo a cura di PSGP
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